venerdì 13 aprile 2012

Quando gli opening titles raccontano una storia.

I dipinti di Francis Bacon in "Ultimo tango a Parigi"
C'è una cosa che sopra ogni cosa mi affascina nel cinema: l'utilizzo degli opening titles nei film. Sembra un aspetto banale, buttato lì giusto per fare l'elenco del cast artistico e tecnico: ma pensate alla cura e all'intento registico racchiusi in quelle brevi sequenze. Piccole opere d'arte, che spesso diventano anche la cifra stilistica di un regista. Il primo che mi viene in mente, più che altro per affetto e stima personale, è certamente Tim Burton. Pensiamo agli intro dei due Batman (il mio preferito è il secondo, il vostro?) che portano la sua firma: la camera scivola lentamente, quasi a volerci condurre per mano nel suo mondo, un mondo orribile (se pensiamo alle fogne in cui scivola il port-enfant del Pinguino). Il suo intento è più esplicito in Edward mani di forbici (colonna sonora a cura di quel geniaccio di Danny Elfman), dove una porta che si spalanca lentamente diventa la chiara metafora di un "Seguimi, voglio raccontarti una storia...". Un po' come il Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie...


Tim Burton, come altri registi, usa i title credits come tecnica introduttiva alla storia che vogliono raccontare, molto spesso giocando con degli oggetti feticcio presenti nel film. Ma pensiamo ad esempio all'uso che ne fa Steven Spielberg in Prova a prendermi, il comedy-drama che racconta la storia vera del truffatore Frank Abagnale. Punteggiato dalla meravigliosa colonna sonora di John Williams, in questo caso l'opening title ripercorre i punti chiave del film, in una sorta di riassunto animato davvero divertente (a firma del duo visionario Kuntzel e Deygas):


E poi c'è la poesia, scandita da un'opera come La cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, come in Toro Scatenato di Martin Scorsese.Uno degli intro più toccanti, che trasudano la solitudine e la malinconia del suo protagonista - un grandioso Robert De Niro, nei panni del pugile Jake La Motta  -mentre danza tirando pugni all'aria.Ma forse le immagini sono più incisive:


Potrei parlarvi ancora di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, con la musica erotica di Gato Barbieri e i dipinti stranianti (uno maschile e uno femminile, come la coppia dei personaggi) di Francis Bacon, che chiudono sulla prima drammatica sequenza di un Marlon Brando urlante "F***in God". O ancora, è al ritmo graffiante di Little Green Bag di The George Backer Selection, che si apre a ralenti Le iene di Quentin Tarantino, passando in rassegna i suoi protagonisti.

...eccetera, eccetera, eccetera.
Ancora in dubbio sull'importanza degli opening nei film?
Questi sono solo alcuni dei miei preferiti.
...i vostri?

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